Come di consueto, assieme al nostro staff dedichiamo la parte iniziale dell’anno, prima che riparta la stagione, a prepararci sui prodotti che poi entreranno nelle nostre enoteche, degustando e visitando aziende e produttori. Quella di questa settimana si chiama Michele Satta e si trova a Bolgheri. Conosco i suoi vini da anni, decenni ormai, fin da quando, giovane ed appassionato, frequentavo molte degustazioni e rassegne sui vini e i suoi mi sono sempre piaciuti. Un buon inizio per richiedere una visita in azienda.
Ci accoglie con ospitalità e disinvoltura Giacomo, uno dei figli di Michele che si è preso, giovanissimo, la responsabilità di portare avanti un nome affermato ed importante, uno dei 6 o 7 che nel lontano 1984 firmarono per la costituzione della Doc Bolgheri, denominazione oggi conosciuta ed affermata in tutto il mondo. Dopo una breve visita nella cantina, moderna ed attrezzata, ed una breve ma chiara spiegazione del territorio della denominazione, saliamo nell’ampia sala interna per iniziare le degustazioni dei vini.
Cominciamo con l’annata 2021 del Costa di Giulia, riuscito blend di vermentino e sauvignon blanc , giallo paglierino con riflessi verdolini, che coniuga le note sapide e marine del primo con quelle vegetali e fruttate del bordolese. Profumi intensi di rosa, salvia e pompelmo in primo piano, in bocca il vino è rotondo ma fresco, con retrogusto sapido, buona persistenza e grande bevibilità.
Segue il Giovin Re 2019, da viognier in purezza, forse il primo ad essere arrivato in questa parte di costa molti anni fa. Il vino, affinato in parte in legno, cemento ed anfora, si presenta di un bel colore giallo dorato e, al naso, è intenso e ricco di sfumature. All’inizio frutta come scorza d’arancio candita, nocciola ed albicocca disidrata, poi note eteree di cera ed incenso dovute alle terziarizzazione degli aromi. In bocca è rotondo ma non troppo sostenuto da adeguate freschezza e sapidità; armonica e piacevole la chiusura di bocca che torna sulla frutta candita.
A seguire degustiamo il Bolgheri rosso 2020, uno dei non molti nella denominazione che prevede nel taglio circa un terzo di sangiovese assieme ai più comuni cabernet sauvignon e merlot ed anche piccole percentuali di teroldego e syrah. Il vino, affinato in differenti contenitori, al naso si esprime molto sul frutto, soprattutto prugna e floreale pot pourry di fiori rossi, accenni di tabacco e note minerali che rimandano alla cipria. In bocca è fresco e piacevole, con tannino vivace ma maturo che si arrotonderà col tempo.
Continuiamo con i rossi in purezza Cavaliere da sangiovese e Syrah, entrambi Igt Toscana annata 2019, entrambi affinati in un alternanza di legno e cemento ed entrambi giocati su grande frutto e vivacità piuttosto che su concentrazione e speziatura. Entrambi vini verticali con richiami olfattivi al mondo animale, alla terra e alla corteccia il primo, alle fragoline di bosco e al pepe verde e nero il secondo. Entrambi di buona acidità e grande beva, a riprova che Bolgheri è terreno adatto anche per espressioni più fresche e verticali.
La degustazione continua con il Piastraia 2019, Bolgheri rosso superiore dove abbiamo cabernet sauvignon e merlot in prevalenza seguiti ancora da sangiovese e syrah, affinati questa volta nelle tradizionali barriques. Questo è il vino più classico dal punto di vista della produzione bolgherese, dal colore compatto, dai profumi finalmente speziati dove ritroviamo note di cacao e sentori di tostatura e cuoio oltre alla frutta in confettura. In bocca il vino è caldo e potente, sempre sostenuto da adeguta acidità e importante trama tannica; il finale è lungo e persistente. Infine è la volta di Marianova 2018, inedita espressione di Bolgheri superiore da sangiovese e syrah in parti uguali, vinificato e fermentato in legno, affina poi per 18 mesi in anfora. E’ questa la prima prova della seconda generazione Satta alla guida dell’azienda che rinuncia completamente ai classici vitigni bordolesi nella creazione di un top di gamma, al fine di mostrare l’altra faccia di Bolgheri, quella capace di esprimersi non solo attraverso la concentrazione ma regalando egualmente vini complessi e profondi. Marianova è sorprendente già dal colore rosso rubino intenso con sfumature violacee; al naso, qualche minuto dopo l’apertura, esprime note di frutta rossa e nera in confettura come prugna e mora, seguite da fiori rossi, sottobosco, cacao e sentori balsamici. In bocca il sorso è caldo e pieno, con tannino importante ma integrato e chiusura di bocca lunga e piacevole. Anche le potenzialità di invecchiamento si preannunciano molto importanti, magari torneremo tra dieci anni per una conferma di questo splendido vino!
Dopo la carrellata degustativa dei vini Giacomo ci offre un light lunch iniziando con tagliere di affettati e formaggi locali ed una speciale schiaccia delle zona che non avrei mai smesso di mangiare. Assieme al cibo ci offre il suo Michè, rifermentato naturale in bottiglia da sangiovese rosato di appena 10° alcol, spuma morbida e grandi leggerezza e bevibilità che si abbina a pennello ai salumi. Me lo immagino rinfrescante compagno di una calda serata estiva come aperitivo o in abbinamento ai nostri taglieri. Proseguiamo con un piatto di pasta al ragu’ molto delicato preparato direttamente dal padrone di casa che si diletta anche di cucina, col quale, dopo averli sputati durante la degustazione, finalmente riusciamo a bere e gustare l’intera gamma aziendale.
Grazie e sentiti complimenti a Giacomo Satta per averci fatto conoscere ed apprezzare l’altra faccia di Bolgheri declinando un grande territorio in vini eleganti e verticali, un po’ fuori dagli schemi. Un grazie particolare anche al collaboratore Marco Angeli che si è adoperato per organizzare la visita e tanti saluti da parte del nostro staff dalla terrazza della cantina che guarda direttamente al mare e a nuovi traguardi.