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Vermentino Grand Prix 2022

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Su invito del Consorzio Maremma Doc mi sono recato, in qualità di componente delle giuria, all’evento Vermentino Grand Prix 2022, giunto quest’anno alla terza edizione ed ospitato in una location d’eccezione, il meraviglioso complesso delle terme di Saturnia. La giuria era composta dagli chef dei ristoranti stellati della Maremma, dai rappresentanti delle associazioni di sommelier operanti in zona, da giornalisti e da me per le enoteche Castiglionese e Salebrum.

L’evento ha lo scopo di offrire un panorama completo delle proposte del territorio e di mettere in luce le potenzialità di invecchiamento del vitigno Vermentino che, nell’ambito della Doc Maremma, è la tipologia che presenta maggiori potenzialità in quanto sta crescendo commercialmente ad un tasso maggiore rispetto a tutti gli altri bianchi ma anche in relazione ai rossi della denominazione.

Su questa varietà infatti, individuata già da tempo dal presidente del consorzio Francesco Mazzei e dal suo direttore Luca Pollini, si concentra un’ampia parte delle speranze e degli investimenti del consorzio e dei suoi soci. Il vermentino nelle zone di Maremma regala vini freschi e rotondi che in gioventù profumano di fiori, rosa o glicine, frutta, pesca bianca e agrumi, con note balsamiche di macchia mediterrenea e pinolo. Con il tempo però la parte fruttata e floreale lascia il campo ad un decisa mineralità, supportata da note resinose e iodate, sempre supportate dalla sapidità tipica dei vini che respirano le brezze del mare.  Duplice attitudine quindi per il vermentino, fresco, profumato e fruttato in gioventù, minerale e balsamico dopo anni di bottiglia, sempre sapido per via della sua vocazione a terreni costieri. Obbiettivo della degustazione è quello di far emergere i 10 vini più interessanti per capire cosa ci si possa aspettare da questa varietà e per indicare nuovi e giusti percorsi da seguire ai produttori.

       

La degustazione verteva su batterie diversificate solamente per annata di vendemmia ma con metodi di produzione ed affinamento anche differenti tra loro e vi potevano partecipare soltanto i vini con indicazione varietale vermentino, quindi minimo 85%, iscritti e commercializzati all’interno della denominazione Maremma Doc. Non partecipavano pertanto gli Igt e i vini da tavola. Le bottiglie, 58 in tutto, sono state degustate coperte ed anonimizzate in batterie da 4, 5 o 6 raggruppate per annata e vi hanno partecipato vini dal 2018 fino al 2021.

   

Durante la degustazione sono emersi dei picchi sia verso l’alto (numerosi) che verso il basso (per fortuna pochi) ma con una sostanziale omogeneità delle caratteristiche varietali in funzione dell’età del vino. Da segnalare la buona qualità media e la crescita dell’intera produzione di Vermentino rispetto ai prodotti di qualche anno fa. I vini più giovani sono rispondenti alle caratteristiche varietali sia al naso che in bocca, anche per quanto riguarda le diverse zone di produzione, con prodotti di maggiore acidità provenienti dalle colline e vini più rotondi e dalla spiccata sapidità nelle zone basse costiere. Avendo già avuto modo di degustare vermentini con anni di bottiglia sulle spalle, non posso parlare di vera sorpresa quanto piuttosto di conferma per le versioni 2019 o 2018 che si sono dimostrate in alcuni casi, eccellenti. Qui le note di frutta e fiori freschi lasciano il posto a gusti estremamente minerali, note di frutta secca come mandorla tostata, albicocca disidratata, fino alla pasta di nocciole e crema pasticcera. Il tutto sostenuto da freschezza ancora vibrante e grande sapidità.

Questa esperienza lascia nella mia mente l’immagine di un bianco autoctono toscano che, continuando su questo percorso, tra qualche anno potremo acquistare e lasciar riposare in cantina per 5 o 10 anni, alla stregua di suoi più noti conterrenai da uve rosse, attendendo uno sviluppo in bottiglia ed una formazione di aromi terziari a cui forse in Italia non siamo ancora abituati pensando ad un bianco, ancor meno se proveniente della zona costiera toscana.

Complimenti infine al Consorzio Maremma Doc nelle figure del lungimirante presidente Francesco Mazzei e dell’efficiente direttore Luca Pollini per la qualità e l’efficienza dimostrate nell’organizzare e svolgere questa interessante degustazione. Magari un giorno, grazie al loro lavoro, parleremo del Vermentino di Maremma come di un vino che è nato da bere sotto l’ombrellone e si è trasformato, col tempo,  in un grande bianco italiano da invecchiamento.

 

Vermentino Grand Prix – I dieci migliori

– Acquagiusta 2021, Tenuta la Badiola

– Burattini 2020, Guido Fendi

– Solo 2020, Tenuta 12

– Audace 2020, Cupirosso

– Balbinus 2020, Terenzi

– Leopoldino 2020, Fattoria il Casalone

– Matàn 2020, La Biagiola

– Monnallegra 2020, Argentaia

– Perlaia 2020, Bruni

– Norcias 2019, Colle Petruccio

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